sabato 29 dicembre 2012

Requiem

Oggi è morto mio zio. Mio zio era vecchio, non lo vedevo da un sacco, ma abbiamo raggiunto la sua famiglia comunque per essere di sostegno. Oggi per la prima volta nella mia vita ho osservato un cadavere. All'inizio non sapevo bene come reagire: tutti piangevano, io ero di ghiaccio. Ho sempre pensato che avere un morto davanti mi avrebbe fatto effetto, in realtà non è stato come immaginavo; era una sagoma fredda e rigida, non avevo nulla di umano, mi ha ricordato vagamente un soprammobile. Faceva un po' senso, forse. Il primo pensiero a balenarmi in mente è stato: "Dov'è finita la vita che fino a poco fa scorreva nei suoi vasi arteriosi?"
Per un istante ho creduto alla vita dopo la morte, una di quelle stronzate in chiave cattolica, ma no, non è la teoria che fa per me, la trovo troppo incentrata sulla vanità dell'uomo, o in alternativa sulla paura umana di non valere più del resto. Però non me lo spiego, l'energia non può cessare di esistere, muta. E allora adesso dove diavolo è?
Sicuramente quel corpo era uno strumento, non la vita stessa. Certamente non voglio invecchiare e osservare nello specchio la morte dipingermisi in faccia. Chiaramente voglio bruciarmi la vita fin quando si può.
Ad ogni modo vedere il povero zio lì così mi ha fatto pensare molto al mio corpo. Stasera sono andata a cena coi miei da Mc Donald's e non mi sono sentita in colpa per tutto quello che ho mangiato. Mi sono sentita bene, mi sono sentita grata di poter assaporare ciò che mi piace. Adesso è mezzanotte però, quindi partono 48 ore di sola acqua e tre allenamenti al giorno, proprio perché se è vero che è bello assaporare la vita è anche importante imparare ad ottenere ciò che vogliamo da lei. Ne abbiamo solo una, e la giovinezza dura poco, quindi non sprechiamola.

3 commenti:

  1. Mi dispiace per il vecchio, ma infondo se non l'hai presa così male immagino sia perché è naturale farlo nel caso il legame di sangue fosse di fatto l'unico "legame" che avevate, o forse dipende semplicemente dal tuo saggio modo di vedere la morte. Adoro il tuo spirito positivo: sticazzi, siamo vivi ed è sacrosanto prendersi ciò che ci spetta da 'sta vita. Ps: non odiarmi, ma mi ri-daresti la tua email o comunque un modo per contattarti privatamente, che ho una proposta indecente da farti? :)

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  2. Mi dispiace per tuo zio e, sì, posso capire i pensieri stimolati dalla visione di un cadavere.
    Il primo, per me, è stato un vicino di casa, il padre del mio migliore amico d'infanzia. Era il tre marzo del duemilatré, io andavo alle elementari e, ironia della sorte, avevo fatto finta di stare male per non dovermi sorbire una giornata di scuola.
    Il mio vicino si è impiccato e l'ho trovato io.
    Sinceramente, lo odiavo. Ma credo che un sacco di problemi che tutt'ora mi tiro dietro siano nati da lì.

    Per non parlare della fissa per l'invecchiamento: mi prende il panico, se penso al tempo che passa.
    Hai ragione, la giovinezza è una, la vita anche: bisogna lottare per ottenere ciò che si vuole, perché l'orologio scorre. A che serve essere perfetti a sessant'anni? Tutte le nostre paturnie, inevitabilmente, spariranno con l'avanzare delle rughe. Dobbiamo bruciare. Dobbiamo pretendere il meglio.
    Sempre: che si tratti di una patologia-ossessione o di una vita normale.

    Un abbraccio, ti sono vicina.

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  3. Anche a me è successa la stessa cosa con nonno.
    Scusa tesoro, ma oggi proprio non riesco a commentare, non sto bene.
    Ti stringo forte, ti ho letta tutta e ti sostengo <3

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